Studi Jaspersiani, Volume VI (2018), Karl Jaspers e il dialogo interreligioso

Studi jaspersiani

Come mettere in dialogo le fedi religiose, di fronte a chiusure dogmatiche e a invalicabili muri identitari? Come pensare a uno spazio – a un Logos – che leghi, che funga da ethos accomunante, da punto di traducibilità delle fedi?  Come, cioè, pensare il dialogo interreligioso?

Su tali interrogativi – la cui attualità e ineludibilità è quasi pleonastico ribadire – che investono il destino e la destinazione dell’uomo contemporaneo, il colloquio con Jaspers non cessa di apparire singolarmente illuminante. A queste domande, a queste problematiche, a questi motivi, si è ispirato il Convegno Internazionale «Karl Jaspers e il dialogo interreligioso», celebratosi presso l’Università di Genova il 4-5 maggio 2017, che ha costituito un punto di partenza per la riflessione sviluppata poi nel numero sei della Rivista Studi Jaspersiani.

Nella riflessione di chi ha pensato e promosso il tema di questo volume si sono intesi discutere i temi essenziali che innervano la riflessione jaspersiana sul religioso, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, quando, dopo la catastrofe bellica e totalitaria, si avvertì l’urgenza di ripensare in profondità ed ermeneuticamente attualizzare il senso della grande eredità religiosa europea e mondiale. Gli studiosi che hanno contribuito alla realizzazione di questo fascicolo solcano e ripercorrono nell’orizzonte additato il filosofare di Jaspers mostrandone, da prospettive diverse ma convergenti, la fecondità e la capacità di ispirare temi, figure di pensiero, aspetti utili al dibattito interreligioso contemporaneo, a cui certo la filosofia può offrire un apporto cruciale.

 Abbiamo perciò raggruppato i contributi seguendo questa duplice prospettiva. Pertanto i testi raccolti nella prima sezione – “tematiche” – affrontano direttamente il ventaglio di proposte teoriche sul religioso da parte di Jaspers stesso, mentre quelli della seconda sezione – “confronti” – si appuntano più specificamente sull’interlocuzione jaspersiana con una determinata figura religiosa e filosofica della storia o su comparazioni tra il pensiero filosofico-religioso di Jaspers e altre voci del suo e del nostro tempo. Ovviamente, dato il peculiare taglio ermeneutico-critico del filosofare di Jaspers, questa ripartizione ha un carattere solo tendenziale, non assoluto: sia le proposte teoriche jaspersiane si innervano di plurimi rapporti con pensatori di differenti epoche e ambiti, sia lo studio dei rapporti di Jaspers con un singolo filosofo a lui antecedente, coevo o successivo, porta di fatto a dover incrociare i nodi di fondo dell’intero suo pensiero.

Protagonisti della prima sezione sono così, direttamente, i concetti chiave dell’approccio jaspersiano al religioso: concetti quali Cifra [Chiffre], Situazione limite [Grenzsituation], Naufragio [Scheitern], Trascendenza [Transzendenz], Onniabbracciante [Umgreifendes], Fede filosofica [Philosophischer Glaube], Liberalismo religioso [Liberalität], Religione Biblica [Biblische Religion], Età assiale [Achselzeit]. Gli articoli di Celada Ballanti e Weidmann indagano i nessi tra questi concetti in quelli che potremmo chiamare i fondamenti teorici complessivi della concezione jaspersiana del religioso, nel cuore della sua impostazione dei rapporti tra filosofia, teologia e religioni (Weidmann affronta, fra l’altro, anche la specificità jaspersiana rispetto a un autore successivo, molto discusso in tema di pluralismo religioso, come John Hick). Altri articoli della sezione affrontano, invece, le modalità con cui, alla luce dei propri concetti chiave, Jaspers propone uno sguardo innovativo su problemi specifici come le grandi religioni tra Europa e Asia (Venturelli e Mei), il ruolo delle esemplari personalità religiose e filosofiche (Wenning), la teologia politica (Pasqualin), il nesso tra religioni ed educazione (Giustino). La peculiare proposta jaspersiana in tema di dialogo interreligioso viene così approfondita, in questa prima sezione, attraverso i molteplici apporti concettuali e tematici con cui Jaspers l’ha articolata.

La seconda sezione si apre con l’analisi di tre esempi cruciali del confronto jaspersiano con le grandi voci della storia religiosa e filosofica: Gesù, concepito da Jaspers alla confluenza di religione e filosofia (Ricci Sindoni), Nagarjuna, momento significativo dell’apertura jaspersiana al mondo filosofico-religioso orientale (Garaventa), Cusano, nell’interazione tra tradizione religiosa e modernità (Ratsch). Gli articoli successivi della sezione sondano invece discussioni o confronti tra la concezione jaspersiana del religioso e pensatori e pensatrici suoi e nostri contemporanei, quali Eric Weil (Marabelli), Simone Weil (Tarantino), Paul Ricoeur (Simonotti), Jürgen Habermas (Brino). Per la sequenza dei contributi di questa seconda sezione, si è scelto un andamento cronologico, basato sull’epoca o sulla data di nascita dell’interlocutore di Jaspers oggetto di ogni singolo articolo.

NOTA: Qui di seguito sono disponibili gli Abstract di tutti gli articoli. Premesse, abbreviazioni, note e recensioni possono essere lette gratuitamente. Gli articoli possono essere acquistati singolarmente in formato digitale pdf.
Il volume cartaceo può essere acquistato qui.

Il contributo intende documentare la tesi secondo cui la «metafisica delle cifre» di Jaspers contiene un paradigma fecondo per il dialogo interreligioso. In essa si delinea l’idea di uno spazio trascendentale – ripensato all’interno della «periecontologia» in termini di «onniabbracciante» (das Umgreifende) – in cui le fedi si incontrano come su una agora dove, restando distinte e individuali, possono relazionarsi in una libera lotta amorosa che non contempla violenza o intolleranza. L’idea stessa di «cifra» conduce a tale esito, dal momento che ciascuna cifra, in nome della storicita che la costituisce, reca in sé un aspetto di non-sapere, di incompiutezza, di parzialita, che elude ogni pretesa di verita esclusiva e totalizzante.

Leggi di più

L’ideale umanistico jaspersiano offre spunti interessanti al dialogo interreligioso poiché aiuta a riflettere sulle possibili convergenze che accomunano religioni diverse riferendosi ad un modello antropologico di uomo che rifiuta l’accettazione passiva di una verita assoluta, dogmaticamente intesa e di conseguenza una fede vissuta come strumento di subordinazione e di sottomissione ad un’entita suprema. Jaspers sostiene il bisogno per l’essere umano di «vivere nella verita», il che implica un coinvolgimento esistenziale che si sostanzia in un ricercare continuo segnato dal dubbio, non ingabbiato in categorie concettuali, ma vissuto attraverso un’intima partecipazione che porta alla conquista dell’autenticita del sé mediante un rapporto diretto tra Esistenza e Trascendenza. Convergendo le diverse religioni su un progetto umanitario teso alla trasformazione e al rinnovamento della vita interiore si rende possibile l’apertura ad una religiosita configurata in termini interculturali.

Leggi di più

La presente ricerca vuole analizzare la nuova prospettiva da cui Jaspers guarda la totalita delle cose umane con particolare riferimento alla antinomia Oriente-Occidente. Jaspers propone alle fedi religiose di non rinunciare a sé stesse ma di assumere quell’atteggiamento, proprio della filosofia, che tiene distinta la fede dalla verita. Solamente rinunciando a tali forme irrigidite e recuperando le tensioni antinomiche, puo concretizzarsi la giusta armonia tra fede e tolleranza, tendendo a quel concetto di pace, scopo finale della ricerca filosofica, indicando una “terza via” tra ateismo e dogmatismo.  

Leggi di più

L’analisi del concetto jaspersiano di sovra-politico e delle sue articolazioni interne – ethos, sacrificio e ragione – consente di rilevare una positiva caratterizzazione della dimensione comunitaria. Ne La bomba atomica e il destino dell’uomo Jaspers introduce infatti l’idea di una «comunita degli esseri ragionevoli», deducendola dalla naturale estrinsecazione intersoggettiva della ragione. Riprendendo Kant e Lessing, l’Autore mostra la possibilita di un legame interumano esemplare – riferimento regolativo imprescindibile per ogni “buona” politica – basato sulla condivisione tanto dell’impegno al perfezionamento etico quanto di un atteggiamento di fede tollerante ed aconfessionale. In particolare, la comunita degli esseri ragionevoli si mantiene coesa grazie alla fede filosofica, la quale ne fonda, pertanto, la possibilita. Da questo punto di vista, la fede filosofica – praticata nella comunicazione reciproca – risulta essere il fondamento ultimo della politica. Cio permette una duplice riflessione. Da un lato, e possibile mostrare come l’idea della comunita sovrapolitica rappresenti l’anello di congiunzione tra il pensiero politico di Jaspers e quello filosofico-religioso; dall’altro, nell’idea jaspersiana di una costitutiva, seppure mediata, apertura della politica al momento della trascendenza, sono riconoscibili i contorni di un discorso latamente teologico-politico.

Leggi di più

La comprensione della storia mondiale e, in essa, del compito e del destino dell’Europa, passa in Jaspers per l’elaborazione di due fondamentali concetti storico-filosofici: l’ipotesi del periodo assiale, che segnerebbe, attorno alla meta del primo millennio a. C., la piu profonda cesura della storia finora, e il concetto di religione biblica, specifica provenienza, con la cultura greco-romana, dell’uomo occidentale. L’autore pone in rilievo la significativa correlazione tra i due concetti, dei quali segnala la duplice natura: storica e normativa, descrittiva e prescrittiva. Si tratta a suo avviso di chiavi interpretative atte a comprendere non tanto il passato quanto il presente, di concetti idonei ad aprire una prospettiva positiva sull’ignoto futuro dell’umanita. In particolare, l’idea jaspersiana di religione biblica indica si un’antica provenienza storica, ma e soprattutto sintomo e parte dell’auspicata trasformazione dell’eredita spirituale dell’Europa e del suo compito attuale: favorire, sulla base del principio della Liberalität, la comunicazione illimitata da uomo a uomo, promuovere l’incontro dialogico tra le fedi storiche, le confessioni religiose, le tradizioni sapienziali dell’intera umanita per un futuro di pace.

Leggi di più

I contributi filosofici al dialogo delle religioni tendono a profilarsi in modo accademico, assumendo un punto di vista superiore alla fede religiosa. Questo non e il caso di Karl Jaspers. Per lui, la filosofia stessa e fede e dunque partecipa al dialogo delle religioni piuttosto che soltanto moderarlo. Nell’articolo seguente, l’autore vorrebbe mostrare che Jaspers ci permette di riformulare la teoria del dialogo interreligioso sviluppata da John Hick. La filosofia come l’intende Jaspers, pero, puo costituire un serio interlocutore in questo dialogo soltanto se attesta il suo retroterra cristiano in modo piu distinto di quanto Jaspers stesso abbia fatto.

Leggi di più

La filosofia mondiale di Karl Jaspers si fonda in una ricostruzione delle vite e dei contributi filosofici di individui esemplari, inclusi Socrate, Buddha, Confucio e Gesu. Esplorando la concezione di grandezza umana dalla prospettiva delle recenti discussioni sul “ragionamento esemplificativo”, questo contributo riflette sulla praticabilita di istituire un dialogo interculturale attraverso il rivolgersi ad individui esemplari (maßgebende Menschen). Avanzando cautela rispetto ai rischi di istituire un culto della personalita che minaccerebbe di sottostimare la pluralita e l’autonomia umane, il contributo argomenta a favore di un approccio autoriflessivo, critico e dialogico alla grandezza umana. Un elemento-chiave di questo approccio consiste nel rilevare i limiti e le contraddizioni esistenziali degli esseri umani significativi a partire da differenti tradizioni culturali e religiose.

Leggi di più

Sulla complessa tematica inerente alle pratiche corrette di dialogo interreligioso, Jaspers ha offerto, nel Novecento, penetranti sguardi cognitivi, discutendo la questione teoretica della qualita della fede filosofica posta “di fronte” alla verita delle Scritture ebraico-cristiane. In questo modo, la fede religiosa, da una parte, e la fede filosofica, dall’altra, possono elaborare vicendevolmente – ciascuna nel proprio orizzonte – una nuova riappropriazione della tradizione storica, senza facili irenismi. In questo contesto, la figura di Gesu come “filosofo” e presentata al fine di proporre l’autentica dimensione umana esaltata dalla relazione con l’Assoluto, cosi che sia possibile percepire in lui una testimonianza esistenziale ed etica di profondita universale. In questo contributo, cercheremo di rilevare gli aspetti fruttuosi della riflessione jaspersiana accanto ad alcuni elementi problematici utili a determinare meglio il metodo e i propositi del dialogo interreligioso.

Leggi di più

Karl Jaspers ha analizzato la figura e il pensiero del monaco buddista Nagarjuna,vissuto tra il II e il III secolo d.C., nel primo volume de I grandi filosofi del 1957. Quest’opera costituisce la parte piu significativa di un progetto di «storia universale della filosofia» profondamente diversa da quelle tradizionali, nella misura in cui abbandona la cronologia come suo principio ordinatore e guarda in primo luogo a quella realta sovra-storica (la Trascendenza) che muove da sempre il pensiero e l’esistenza dei grandi filosofi, i quali quindi si collocano al contempo nella storia e al di la della storia. Essi formano nel loro insieme un «regno della ragione» da cui ci parlano come se fossero nostri contemporanei, per cui noi possiamo gia sempre entrare in comunicazione con loro. Nella sua analisi del pensiero di Nagarjuna, Jaspers sottolinea la diversita con cui l’uomo orientale e l’uomo occidentale vivono la loro liberta interiore nei confronti della realta e del proprio Sé. Il pensiero logico-dialettico di Nagarjuna presenta tuttavia altresi profonde affinita con il «trascendere formale» jaspersiano, che conduce il pensiero fino a quel limite estremo in cui esso si capovolge in una sorta di «non-pensiero», di «piu che pensiero», di «pensiero altro», grazie a cui diventa paradossalmente possibile pensare l’impensabile, ovvero cogliere l’Essere onniabbracciante (la Trascendenza) che filtra di senso la realta dell’esistenza, donandole la liberta.

Leggi di più

In questo articolo studio il ruolo giocato dalla filosofia della religione di Nicolo Cusano nel pensiero di Karl Jaspers, ruolo che viene esemplificato da una citazione, ricorrente in Jaspers stesso, dal De Pace Fidei (La Pace della fede) cusaniano: «Religio una in rituum varietate» («c’e solo una religione nella varieta dei riti»). Nello sviluppo del lavoro, comincio con il tratteggiare la metafisica e la filosofia della religione di Cusano, concentrandomi sulle sue argomentazioni ireniche ed apologetiche nel De Pace Fidei. Successivamente, confronto i numerosi riferimenti di Jaspers a quel testo, nel contesto del suo pensiero filosofico complessivo. Entrambi i pensatori, concludo, sono d’accordo sul considerare la religione come un modo di relazionarsi all’Assoluto trascendente, che oltrepassa ogni sapere. Cusano, tuttavia, per ragioni tanto speculative che storiche, rivendica la superiorita del cristianesimo, laddove Jaspers critica tale rivendicazione in quanto infondata e intollerante.

Leggi di più

Il contributo si propone di presentare e sviluppare le similitudini e le differenze che intercorrono tra i due pensatori sull’interpretazione dell’eta assiale. La prima parte sara dedicata alla innovativa concezione della storia universale presentata da Jaspers in Vom Ursprung und Ziel der Geschichte: vedremo, infatti, come il pensatore proponga un asse della storia universale (Achsenzeit) in grado di trascendere i limiti geografici e culturali dell’Occidente e di fondare, di conseguenza, una nuova visione della storia capace di coinvolgere l’intera umanita. Nella seconda parte, invece, analizzeremo come Eric Weil interpreti la proposta jasperiana alla luce del proprio sistema di pensiero. Il concetto di eta assiale diverra cosi, per Weil, lo spunto per interrogarsi sulle questioni della modernita, dell’universalita e del progresso storico, intese come scelte compiute dall’uomo in una biforcazione storica secondaria, avvenuta quasi duemila anni dopo quella indicata da Jaspers.

Leggi di più

Questo saggio si sofferma su due figure centrali nel panorama europeo del secolo scorso, Simone Weil e Karl Jaspers. Entrambe hanno riflettuto sulla struttura antinomica dell’esistenza e sui limiti della ragione. Sulle forze consce e inconsce che sono alla base dei meccanismi psichici degli esseri umani; sulla centralita accordata alla scienza senza per questo offuscare la differente natura della filosofia. Sull’insistenza sul dolore come strada maestra per una conoscenza antiassolutistica e antitotalitaria; sul ruolo che assume la dimensione dell’attesa e dell’umilta nella vita umana come tensione vitale e come decentramento dal proprio io; sul fatto che in tempi non sospetti, sia Jaspers che Weil, abbiano rivolto la loro attenzione e le loro ricerche sui pensieri filosofico-religiosi dell’India, della Cina, dell’Egitto aprendosi cosi a civilta diverse da quella occidentale.

Leggi di più

Il saggio ha l’obiettivo di analizzare alcuni aspetti del confronto di Ricoeur con Jaspers, evidenziando in modo particolare il loro comune tentativo di definire un convincente paradigma teorico di dialogo interreligioso. Dalla lettura del filosofo di Heidelberg Ricoeur ricava l’esigenza di relativizzazione delle diverse prospettive religiose e al tempo stesso l’idea della loro complementarita, come forme capaci di accostarsi al «fondo comune» della trascendenza attraverso una visione sempre «laterale» della verita, ovvero in modo mai definitivo e con il linguaggio dei simboli e delle cifre. Il dialogo presuppone la consapevolezza del limite proprio di ciascuna confessione religiosa, per far si che la pluralita e le differenze non portino alla violenza, ma piuttosto a esperienze di autentica tolleranza e riconoscimento.

Leggi di più

Fin dalle prime fasi del suo lungo percorso intellettuale, Habermas ha mostrato un certo interesse per le posizioni jaspersiane sul dialogo delle differenti civilta assiali tra loro e con la razionalita post-illuministica. Con l’elaborazione dei concetti di “post-metafisico” e “post-secolare”, questo interesse habermasiano per le posizioni dialogiche di Jaspers si e accresciuto in questi ultimi decenni e la nozione di “eta assiale” gioca un ruolo centrale nel recente Nachmetaphysisches Denken II (2012). Tuttavia, Habermas ritiene ancora che Jaspers non abbia abbastanza rilevato il livello razionale e argomentativo della filosofia rispetto alla sua collocazione fideistico-esistenziale.

Leggi di più

Roberto Garaventa, «La verita e cio che ci unisce». Attualita del pensiero di Karl Jaspers  (Edoardo Simonotti)

Karl Jaspers – Rudolf Bultmann, Il problema della demitizzazione (Martina Vullo)

Un filosofo tra i filosofi. Karl Jaspers e il pensiero occidentale, a cura di Paola Ricci Sindoni (Fabiana Russo)

Leggi di più